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Cronaca di una gita al mare

Cronaca di una gita al mare

…naturalmente in bicicletta!

 

estate 2003

La mappa appesa in laboratorio era esplicita: da Mosso al mare.
“Tutta discesa, due salitelle e qualche mangia e bevi.” aveva descritto il cartografo del gruppo.
La perplessità si era letta chiaramente nel sorriso di Mauro.
Non erano, scoprii più tardi, le salite a preoccuparlo: “Sono i dislivelli nascosti che mi fanno pensare, poi io non sono mica un atleta come voi.”
Temeva i mangia e bevi.
Era dubbioso della sua tenuta alla distanza, non essendo avvezzo alle lunghe distanze.
Lui, provetto fruitore degli sterrati biellesi, era preoccupato dallo svolgersi del lungo nastro di asfalto che l’avrebbe condotto sino alla Liguria.
“Mal che vada salgo in macchina, ma sarò puntuale a cena” disse, la frase simbolo restò in tasca per le grandi occasioni .
Risultato: iscritto d’ufficio nella rosa dei partecipanti.
Luciano ed Ettore, i due reduci dal precedente raid Mosso – Mar Ligure, sorridevano con complicità.
Se faceva conto, il Mauro, di salire sull’auto dell’assistenza avrebbe dovuto armarsi di pazienza.
Infatti il Direttore Tecnico, Mario, non è quel che si dice uno sprinter, specie se la colazione è abbondante.
Ai tre già citati pedalatori e al D.T. si aggiunge il Giovane, stesso spirito dei più vecchi con meno anni nelle gambe.

Seguono settimane di lavoro, nascono proposte di itinerari.
Scartata la via più semplice e diretta (già fatta). Si evidenziano (con il pennarello) ipotesi con più salite (Mauro le boccia, Ettore e Luciano approvano).Si trovano strade con meno panorami e salite (Mauro plaude, Luciano e Ettore tacciono).Il Giovane si appella al giudizio della Corte ovvero … si adegua a ciò che verrà deciso. Il D.T. ride: al peggio farà una salita in più (in macchina).
Le strade sono molteplici e vanno interpretate sempre nel modo giusto…alla fine a partire siamo in cinque.
Quattro ciclisti e il nostro D.T.
Staccata la mappa, piegati i due metri di cartina, è tempo di partire.
L’estate del Duemila tre è stata siccitosa, la ricorderemo come il tempo della grande sete per tutta l’Italia.
Eppure l’alba del giorno fatidico contro ogni previsione … PIOVE
Arrivo con il Giovane a casa di Mauro, giunge anche Luciano da via diversa e siamo, dalle sei alle otto, sotto la tettoia ad aspettare che spiova. Il D.T. ,giustamente, dorme.
Il ritardo viene addebitato al Ragioniere del gruppo (il Giovane).
Partiamo bagnati, ci asciugheremo strada facendo.
Chilometri di pianura senza storia .
Solo una variante sterrata e infangata.
Mauro ed io ci ricongiungiamo al Giovane e a Luciano che hanno fatto asfalto.
Si delinea la fisionomia di queste tappe: loro in fuga e noi a inseguire. Con calma.
Le risaie, Lucedio e la sua storia ci accompagnano al Grande Fiume: il Po.
Entriamo nelle salitelle (salitelle?) che ci porteranno verso il pranzo, pochi chilometri ancora e troviamo il D.T. con i panini.
Sosta meritata, caffè e via.
Brevi strappi, caldo e strade poco trafficate ci spingono verso la meta di giornata.
A ruota dei velocisti e con un falsopiano a favore corriamo come al Giro d’Italia, quaranta e oltre, nessuno parla. Che sia brutto segno?
Sosta con fontana e Direttore Tecnico dopo chilometri veramente tirati. Tirati da chi?
Ripresa con criterio, meta a portata di mano anzi di pedale.
Paese bello e raccolto su di una collina, non troppo alta per ovviare ai mangia e bevi…
Arrivo con aspettative di doccia e relax. Ma…
Manca il proprietario dell’albergo e ci tocca… vedere l’arrivo di tappa del Giro.
Dopo il riposo, l’aperitivo e la cena sono degni della giornata di fatica, sì ma anche di soddisfazione e di conferma: arriveremo tutti al mare!
Notte calda, caldissima… come temperatura (non pensate male, siamo atleti!)
Partenza in quasi orario poche parole e siamo in Alba.
Visita al centro e prima foratura. Il Giovane buca su una puntina, riparazione fortunosa con ciclista gentile che ci vende una camera per il profilo (alto) delle ruote: gonfiaggio a cura dei Vigili del Fuoco di Alba.
L’importante è essere nel punto giusto al momento giusto.
Strada panoramica delle Langhe, bellissima…anche Mauro la pensa così?
Fuga dei due favoriti per la vittoria finale sulle prime rampe, si faranno riprendere al rifornimento con uno sfilatino in mano e il salame nell’altra.
Piacevoli incontri con gruppi di pedalatori che ci complimentano per il tragitto e la meta.
Grandi paesaggi e alcuni mangia e bevi.
Sosta con motociclisti prima di una discesa a oltre sessanta orari verso la pastasciutta.
Mauro è inguaribilmente pessimista e pensa di dirottare su Savona per ovviare all’ultima asperità di giornata : il temuto Colle del Melogno.
Con prudenza inforchiamo le bici e ci dirigiamo verso il tanto temuto passo.
Senza problemi Mauro arriva al lago di Osiglia. Dopo un gelato, una foratura (mia) e un mangia e bevi nella nebbia sbuchiamo al colle. Scuse del sottoscritto per il mancato panorama, giubbino e via verso il mare.
Quindici chilometri di discesa e ritroviamo gli altri.
Siamo al limite del tempo massimo ma ormai di fronte, anzi alle porte di Finalborgo…
Pochi chilometri di trafficata Aurelia ci portano a meta ultima.
THALASSA, THALASSA: è il nostro mare!
Bagno, cena e spiaggia il giorno dopo.
Prossima meta: la Campania, Venezia o Santiago di Compostela?

Tabella Prima tappa Mosso – San Damiano d’Asti

 

2003 dislivello 1 tappa

 

Tabella Seconda tappa S.Damiano –

2003 dislivello 2 tappa

Circa l'autore

Re Leone

"Professore di Istituto Superiore. Appassionato di montagna che ha cominciato a frequentare sin da piccolo. Maratoneta e Biker instancabile. Legge di tutto, con preferenza per Mario Rigoni Stern. Cartografo ufficiale del Team DAHÜ, da lui partono quasi tutti gli itinerari più suggestivi. Componente della "Pattuglia Astrale", costola del Team DAHÜ che si dedica alle lunghe distanze, ha raggiunto Roma percorrendo la via Francigena nel 2010 e i Sentieri Francescani fra Toscana e Umbria nel 2011"

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