Vezzolano
Monferrato, 11 settembre 2010
Al momento giusto.
Il Grande Fiume brilla nell’accogliente veste con cui la luce settembrina adorna la terra.
Aria frizzante e ombre lunghe sul ponte che ci introduce alle dolci ondulazioni monferrine.
Il Monviso e le Alpi tutte si offrono all’occhio del ciclista sulle prime rampe che scaldano muscoli e cuore.
Alla mia poesia fa da contraltare la voce di chi si duole amichevolmente sulle scelte di percorso.
Ahimè, il nobile da Lessona si rammarica per aver dimenticato a casa l’itinerario che aveva preparato. Il curatissimo carnet di viaggio prevedeva l’aggiramento delle prime asperità di giornata e, con manovra a tenaglia, l’arrivo al primo punto tappa con minimo sforzo.
Si sa che se prende in mano la situazione Re Leone l’altimetria cambia: magari meno chilometri ma maggiori dislivelli sono assicurati.
Tornante dopo tornante si sale fra vigne, boschi e coltivi.
L’orizzonte si ampia, le auto si fanno presenze sempre più rade e discrete.
La nostra attenzione si sposta sui primi piani, poco più in alto di noi una grande costruzione ci colpisce per il suo tetto immenso. Mentre ci stiamo chiedendo a quale scopo sia adibita la strada ci svela il mistero. Due cartelli, tanto per non avere dubbi, indicano uso e funzione dell’edificio in cima al colle. È il Residence “Anni Azzurri”, residenza protetta per anziani.
Destino o casualità, siamo di fronte all’ennesima casa di riposo. La vecchia Europa è ormai un Europa di vecchi.
La strada, piacevole e panoramica, dissipa in breve anche i pensieri più cupi. Che vadano tutti a Aramengo!!!
Mettiamo i pedali nel presente e scolliniamo con qualche dubbio sul percorso. Le piccole frazioni non sono riportate sulla carta al 200.000 del Touring Club; cerchiamo indicazioni sulla più dettagliata 1:50000 Monferrato IGC.
Risolto l’arcano proseguiamo lanciandoci alla conquista del prossimo colle.
Incrociamo un trattore che ara scendendo sino a bordo strada. Quattro vomeri aprono il terreno e preparano la terra alla sosta invernale.
Oltre la striscia d’asfalto filari di uve mature, attendono i giorni della vendemmia.
Più in là le colline perdono colore, il verde si sfuma nell’azzurro della lontananza mescolando pievi, campi e villaggi alle cime incerte dell’arco alpino che chiude l’orizzonte.
Preziosa gemma romanica l’abbazia di Vezzolano offre la quiete del suo chiostro e una ricca iconografia cristiana.
Affreschi e sculture millenarie impreziosite dal sapiente e operoso percorso monastico. Fede fatta di preghiera e lavoro nei campi. Abati, monaci, contadini hanno varcato la soglia con la stesso stupore che oggi traspare nei pochi visitatori con i quali condividiamo la sosta.
Santi scalzi e guerrieri in arme avranno apprezzato i riflessi della luna sulla monofora dell’altare.
Segnati dalla stessa croce saranno partiti per le più diverse mete. Per alcuni la non lontana Sacra di San Michele che si alza, ben visibile dai colli, a picco sulla Val di Susa. Per altri immagino il lungo e meraviglioso viaggio giù sino a Roma e oltre, in Terra santa.
Fuggiamo anche noi verso una meta più laica e godereccia. La seconda gemma monferrina di giornata, meta prossima della Pattuglia Astrale, si chiama “Lanterna Blu”.
Che aspettiamo? Via veloci per i saliscendi, attraverso vigne e borghi, animati dal profondo rispetto dei tempi che la prenotazione ci obbliga a rispettare.
Le salite mordono i muscoli appannati dall’acido lattico, mentre le discese, troppo veloci, non bastano per recuperare lo sforzo.
Gianni affronta a bocca aperta il pendio finale.
Viene premiato dall’incitamento di un anziano signore affacciato al balcone di casa. Ci ha visti giungere in vetta alla spicciolata visibilmente affannati.”Per Gaminelle?” mi informo.”Certo, prendete per Casale, e non preoccupatevi è tutta discesa.” “Grazie, ci voleva la buona notizia” risponde Armando. “Ho visto che siete stanchi, basta guardarvi in faccia” dice serafico il signore appoggiando i gomiti alla ringhiera “era il momento giusto per aiutarvi”.
Salutato l’ignoto angelo custode bruciamo, in fila indiana e senza soste, i pochi chilometri che ci separano dalle delizie culinarie della Val Cerrina.
Pranzo da dieci e lode annaffiato da un buon grignolino.
Lasciata la tavola pedaliamo lenti gli ultimi chilometri. Smaltendo vini e pietanze seguiamo le tremule foglie dei pioppi sino alle acque limpide del Po.
NOTE TECNICHE
Cartografia stradale Touring 1:200000, cartina 1:50000 Monferrato IGC
Percorso: Crescentino, Monteu da Po, La Pietra, Tonengo, Besole, Albugnano, Abbazia di Vezzolano, Cocconato, Tuffo, Gaminelle, Gabiano, Crescentino.
80 chilometri di belle strade secondarie molto panoramiche con circa 1100 metri di dislivello.
Sosta culinaria consigliata: Ristorante “Lanterna Blu” a Gaminelle