Il Dahu, detto Dahus Rupicapra Vacca Montanus, è un animale conosciuto principalmente nell’area francofono-europea delle Alpi, conosciuto anche come dahut, daru, darou, dairi e altre varianti dialettali. Essendo un animale molto raro non si sa a quale preciso periodo risalgano i primi avvistamenti. Sicuramente dal medioevo si trova traccia di alcune rappresentazioni dell’animale, qualcuno dice invece che già nei graffiti delle grotte di Lascaux si possa trovare, guardando con attenzione, qualche piccolo Dahu. Il mammifero appartiene alla famiglia dei cervidi, è dotato di piccole corna e folto manto castano, è molto simile alla femmina dello stambecco, eccettuati gli zoccoli e la coda che ricordano più quelli di una capra. Si è adattato particolarmente bene ai pendii ripidi delle montagne più impervie, ma è un animale mansueto e curioso che d’inverno ama brucare anche vicino alle baite più isolate. La caratteristica principale che permette di distinguere un Dahu sono le zampe: un paio è sistematicamente più corto dell’altro.
Esistono due Dahu che, avendo le zampe più corte da un lato o dall’altro, possono soltanto muoversi verso destra o verso sinistra ma che, con un po’ di fatica, possono sia salire che scendere da una montagna. Nel caso dovessero girarsi per cambiare senso di marcia, rotolerebbero su un lato rischiando la morte. A rischio di estinzione sono invece quello da salita, con le zampe anteriori più corte, e quello da discesa con quelle posteriori più corte. Questi due esemplari, infatti, una volta raggiunta la vetta della montagna o la pianura, non possono più muoversi e finiscono per morire o diventare facili prede dei cacciatori. Non vi sono riscontri di Dahu che sappiano camminare all’indietro. Rarissimi sono i casi di accoppiamenti tra Dahu di specie diverse, soprattutto per difficoltà logistiche di approccio riproduttivo. In ogni caso, la prole dovrebbe avere quattro zampe perfettamente uguali e si dovrebbe quindi unire ad un branco di Camosci.
Caccia
La caccia al Dahu è poco diffusa soprattutto per la difficoltà effettiva nel rintracciarne qualche esemplare, si dice che dahuntologi e musei di scienze naturali pagherebbero oro per le spoglie del Dahu, eppure il corpo della preda viene solitamente scelto per divenire apprezzato quanto rinomato pasto dei cacciatori. In ogni caso, tecnicamente catturarlo non è molto complicato: Si deve preferire una notte invernale, quando il freddo costringe l’animale a muoversi costantemente per riscaldarsi. La tradizione vuole che si usi un sacco di juta in cui chiudere l’animale, e un bastone o simile mezzo per ucciderlo in modo da non rovinarne il pregiato manto e conservarne l’integrità per rispetto verso l’animale che, si dice, preferirebbe così. Per la sua indole curiosa ed ingenua, il Dahu pare essere attratto dal richiamo che gli dà il nome e da questa conoscenza deriva il metodo più semplice per cacciarlo: urlando “dahu” alle sue spalle lo si incuriosisce al punto di spingerlo a girarsi e, quindi, lo si fa cadere.
Media
Si trovano su internet numerosi video in cui qualcuno dichiara avvistamenti dell’animale, che rimane comunque molto amato dai bambini e capace di incuriosire i turisti creduloni delle grandi città. Il Dahu è stato scelto anche come mascotte delle Universiadi di Torino 2007, anche se qui veniva rappresentato in un’innaturale posizione eretta. Per chi avesse un buon rapporto con il francese o con i sottotitoli inglesi, qui un documentario con splendide immagini e fotografie del Dahu. Anche Nonciclopedia ci dedica un po’ di spazio, quasi più di Wikipedia.
Conclusioni
Si tratta di un animale inesistente, un mito della tradizione europea più diffuso di quanto si potrebbe pensare e sicuramente più conosciuto dei piccoli skidatteri, usato per divertire i bambini (la “caccia al Dahu” in Francia è un gioco usato per far avventurare classi delle elementari nei boschi, far loro conoscere l’ambiente circostante divertendosi) e, soprattutto, per divertirsi con molti ingenui che continuano comunque a crederci o è tutta verità? A ognuno le sue conclusioni, ma se andate in montagna, tenete gli occhi aperti….non si sa mai.
Ma se ne vedete un branco in Mountain Bike,… beh, quelli siamo noi!
tratto da http://leganerd.com