Sette e mezzo… al Parco del Fenera
Monte Fenera 12 Aprile 2014
Sette e mezzo ovvero il “Giro dei Barba”
Che i Dahü se ne rendano conto solo nei pressi della Colma di Fenera non deve stupire. L’avvio in salita senza riscaldamento, il conseguente sparpaglio del gruppo e l’assoluta mancanza di spirito di osservazione tipica dei maschi fa si che solo una considerazione esterna faccia saltare all’occhio dei sette questa caratteristica comune. “Allora è il giro dei barba…” commenta un boscaiolo impegnato nella pulizia dei bordi strada, noi ci guardiamo e finalmente ciò che è visibile agli occhi degli altri lo vediamo anche noi…era ora! Il gruppo prosegue nella salita su fondo a volte sconnesso scortato dalle “benedizioni” dell’eterno ragazzo e lamentatore ufficiale: Mariuolo, il Nobile da Lessona detto il Principe del taglio. Con questa sinfonia si raggiunge la località Castagnola preceduta dal cimitero e dalla svolta a destra del nostro itinerario di giornata ( se necessario fontana nel centro abitato). Un escursionista provvidenziale e molto gentile ci offre utili indicazioni per il seguito del percorso. Per raggiungere la piccola cappella dedicata a San Bernardo occorre sapere che: A- il percorso è un susseguirsi di saliscendi sterrati, B- che Mariuolo non ama i mangia e bevi, C- che il sopracitato personaggio dice che chi propone l’escursione, chiunque sia, deve assumersi tutte le responsabilità per evitare i suddetti mangia e bevi.
NdR: Significato di “mangia e bevi” dal Dizionario del Dahü: susseguirsi di brevi strappi in salita seguiti da ripide discese al termine dei quali non è prodotto nessun reale progresso di quota.
Il piccolo edificio sacro legato a San Bernardo conserva, al suo interno, un interessante affresco del santo datato 1601. Dopo breve sosta di preghiera e lamenti percorriamo un bel tratto di single-track e, a seguire, un tagliafuoco che si interrompe di fronte a una ripida rampa rocciosa che porta a La Pelosa. Il masso panoramico quotato metri 650 slm ci permette una splendida vista sulla pianura, i contrafforti dell’Alto Vergante e il Mottarone ancora innevato. Usiamo la foto di gruppo per delineare i tratti distintivi dei partecipanti alla gita. Di Mariuolo si è già detto e allora iniziamo con GiPella il Saggio, oggi è in versione cameramen, che appoggia le gite e gli allenamenti dello scrivente (GRAZIE) condividendo gli improperi e le lamentazioni. Un Saggio sempre in forma su tutti i terreni che fa il paio con Cenerentola, ormai ex-polmone Solitario, tornato in splendida forma dopo il suo problema di salute. Il grande Max, primo in salita e mai secondo in discesa, è ormai lanciato a diventare il faro del gruppo. Se Max è grande il “Grande Fratello” lo è per titolo e caratura, dopo la sosta per registrare la pressione delle gomme non è mai sceso di sella. Non ci sono termini per ribadire il ruolo del Capitano, quando il Capitano parla il gruppo obbedisce senza fiatare con “Signorsì Signore”… e continua a farsi fatti propri. Povero Capitano, per fortuna a casa Dea lo aspetta. La discesa su Maggiora si rivela tecnica, con fondo sdrucciolevole. I più bravi sorridono e sgommano a manetta, lo scrivente arranca nelle retrovie.
Alcune incertezze fra i numerosi bivi non ci fanno perdere d’animo. Il gruppo dei Dahü raggiunge la zona del circuito di autocross e si impone un rientro su asfalto per non sforare il tempo massimo. Andare incontro alle esigenze famigliari e alle stanchezze è un dovere. All’uscita dal centro siamo fermati dal passaggio di un folto gruppo di ciclisti impegnati in una gara amatoriale. Pochi minuti di sosta e si riparte verso il santuario di Boca, la “Traversagna” e infine Grignasco. Si fa velocità e attaccati al trenino comandato da Max la truppa risale a manetta sino a Valduggia e alle auto. A Gattinara c’è un modo di dire “A lè me la gesa da Boca ca lè mai finia” ( E’come la chiesa di Boca che non è ancora stata completata) e, per ora, il giro che avevamo previsto è proprio come la chiesa di Boca.
Sette son i Dahu e mezzo è il giro
Sette son le barbe e per tutti è il sorriso
Non preoccupatevi, Cari Amici, torneremo presto su questi sentieri.